Queste istruzioni terapeutiche, tratte dagli scritti del Maestro Kremmerz, in origine erano state raccolte in 22 paragrafi, in analogia con le lettere dell’alfabeto ebraico. Successivamente, per maggiore completezza, furono ampliate in 32 proposizioni.
Relativamente diffuse tra i miriamici nel sud d’Italia, rimasero quasi del tutto sconosciute nel centro e nel nord, soprattutto negli ambienti della C.E.U.R.
Questa raccolta, non soltanto per quanto concerne le istruzioni terapeutiche in essa descritte, ma anche e soprattutto per i principi ermetici in essa contenuti, è di assoluto valore teorico ed operativo. Ci teniamo a sottolinearlo perché, se può risultare facile e intuitivo coglierne la valenza in ambito terapeutico, potrebbe non sembrare altrettanto scontata la sua pertinenza in ambito operativo.
Fin troppo spesso, infatti, queste istruzioni sono state sottovalutate: gli “operativi”, rapiti dal fascino del Grande Arcano, non ne hanno compreso a fondo le potenzialità; i “terapeuti”, invece, non sono stati in grado di vedere oltre l’aspetto puramente terapeutico.
“Come in alto, così in basso” ci insegna Ermete Trismegisto nella Tavola di Smeraldo. L’ANALOGIA È LA LEGGE per qualsiasi iniziato.
La Verità è UNA e i principi ermetici sono sempre gli stessi, indipendentemente dal livello di realtà su cui ci troviamo.
Kremmerz introdusse la pratica terapeutica nella Miriam come strumento, non come fine. Attraverso le 32 istruzioni terapeutiche il Maestro illustra i principi e le leggi fondamentali dell’Ermetismo.
Se poi teniamo conto che nell’Ermetismo e impossibile separare la teoria dalla pratica, poiché l’una non ha ragione di esistere senza l’altra, potremo ritrovare nelle 32 proposizioni, le istruzioni e le precauzioni cui attenersi nella pratica della Magia Naturale e dell’Operatività Alchemica.
Kremmerz, nello “Appello agli aspiranti alla luce” (Opera Omnia, vol. I, pag. 7) afferma che “Solo prometto e mantengo che niente nasconderò, e il grande Arcano vi sarà rivelato affinché i candidati al grande sacerdozio, vi trovino la conferma delle loro aspirazioni”.
La promessa è stata mantenuta in tutti gli scritti del Maestro. L’importante è “saper leggere”. E questo non perché Kremmerz ricorra ad astruse metafore, come gli antichi alchimisti, ma perché parla in modo così chiaro e diretto che risulta estremamente difficile, per una mente complessa e complicante come la nostra, comprendere la semplicità del messaggio kremmerziano.
Kremmerz non ha mai fatto misteri, perché non ci sono misteri. Tutto alla portata di tutti. La porta è sempre stata aperta.
“Bussate e vi sarà aperto”, diceva Qualcuno… l’importante, però, è che vi ricordiate di bussare sulla porta. Troppo spesso non ci accorgiamo di bussare sui muri.
I
È possibile ad un uomo agire su altri uomini psichicamente, cioè per mezzo della volontà e dell’intelligenza. II corpo umano sprigiona un’aura che scientificamente è l’attenuazione della parte grave visibile del corpo materiale. Questa aura, diretta dalla volontà, può espandersi su di un corpo malato e rimarginarne le ferite, portandovi l’equilibrio del corpo che la emana.
Questa aura o Magnetismo animale è la forza o vibrazione eccezionale che, come una calamita, si sviluppa dal corpo umano nei rapporti con gli altri. (I poli di rifrazione del soggetto magnetico attivo e i rapporti nei suoi adattamenti fuori di esso non si insegnano: Eliphas Levi dà frammentariamente alcune nozioni a riguardo nel suo “RITUALE” e negli “AFORISMI”.)
II magnetismo non è differente fra gli uomini diversi, ma la sua espressione varia da uomo a uomo, quando il contatto fra gli uomini è stabilito. Così 1’azione magnetica di un individuo su un altro, è sempre determinata dalla qualità della forza da noi proiettata, qualità che è in armonia con le proprietà morali e psichiche nostre.
Alcuni uomini sono più riccamente provvisti di queste vibrazioni magnetiche ed il pubblico nei quotidiani contatti ne riconosce la supremazia.
II
Nel rapporto magnetico si ha un SOGGETTO EMITTENTE, capace di inviare un’IDEA ATTIVA, un soggetto RICEVENTE, destinato a riceverla, ed infine l’IDEA ATTIVA o DINAMICA, fornita di maggiore o minore potenza, formulata in modo da potersi staccare dal soggetto emittente, essere indirizzata su quello ricevente, ed essere accettata da questo (che deve porsi in sintonia) in modo che essa produca il proprio effetto prima nell’aura psichica e poi nel corpo pesante del soggetto ricevente.
III
L’organismo animale che veste l’uomo evolutivo ed equilibrato, può paragonarsi ad una stazione di servizio ambulante di telegrafia senza fili. Se 1’uomo sa disporre del suo meccanismo vivente, determina 1’esteriorizzazione del suo magnetismo ed, in secondo luogo, se ne sa disporre con intelligente artificio, può unire al suo magnetismo personale quel tanto di magnetismo dell’ambiente, sì da determinare scariche e onde che sono ultrapotenziali, come nei congegni Marconi.
IV
Alcuni uomini sono dotati non di maggior fluido, come ordinariamente si crede, ma di maggior potenza di emissione. Questa maggiore potenza e dovuta all’educazione della volontà, alla sua energia e alla sua tenacia. Però non si creda che la volontà di un uomo sia frutto di una vita; il meccanismo della volontà umana porta tutti i caratteri dell’atavismo.
V
Il pensiero attivo, ad esempio un’idea terapeutica intesa ad apportare ordine ed armonia in un corpo squilibrato, è un VALORE POSITIVO, che può incontrare una resistenza nel soggetto ricevente (volontà occulta in opposizione); questa costituisce l’OPPOSTO VALORE NEGATIVO.
VI
Ne consegue che nel campo della terapeutica magica ci sono due vie per aver ragione delle malattie, le quali sono sempre squilibri fisiopsichici:
a) POTENZIARE AL MASSIMO IL PROPRIO DINAMISMO PSICHICO
POSITIVO, in modo da renderlo capace di vincere la volontà negativa impreparata;
b) RICERCARE UNO STATO ARMONICO DELLE DUE ANIME, emittente e ricevente; in esse l’ostacolo della RESISTENZA è distrutto dalla comunanza del sentimento, creata dall’identica volontà di bene, per cui i due soggetti diventano reciprocamente ATTIVO PASSIVO nella realizzazione magica e non vi è più sopraffazione.
(E, d’altro canto, la realizzazione diventa piena e perfetta per il ricorso della condizione dell’equilibrio che crea un terzo termine tra i due opposti).
VII
Che non hanno volontà sono passivamente condotti dalla volontà altrui. Ora, ogni essere quando è infermo è come privo di volontà, e pieno di desiderio di vita e di benessere. Perciò, qualsiasi persona, in condizioni di equilibrio psichico e sana fisicamente, potrebbe imporsi a lui. Ma asservire alla nostra volontà la volontà altrui è un delitto di intenzione, in quanto gli uomini equilibrati, giusti, sereni, dominanti gli egoismi delle passioni, non possono essere resi schiavi da qualsiasi magnetismo di persona. La volontà altrui non deve essere coercita nel male come nel bene: mai concepire 1’idea di valicare il limite dove comincia la perfetta indipendenza della altrui individualità.
VIII
Considerato che per il principio del rispetto della volontà del soggetto ricevente, l’accrescimento della potenza dinamica del pensiero con lo scopo della violenza psichica, anche ai fini terapeutici, è un’arte perversa, non resta alla terapeutica che la ricerca dello STATO ARMONICO, che non solo è garanzia di giustizia e di bene, ma è anche più efficace.
IX
Lo STATO ARMONICO è infatti uno stato di amore distaccato e disinteressato che deve partire dal terapeuta e che si comunica infallibilmente al soggetto che si cura, purché il primo non gli sia odioso né antipatico. Non è facile definire la natura di tale Stato di Amore: esso è lo stesso Amore predicato dal Cristo e prima di lui da Platone e, diremmo, lo stato di compassione insegnato dal Buddhismo e dall’Islam, se la parola compassione non comportasse il significato di “patire” che nullifica l’azione terapeutica.
X
Ciò premesso, si dirà che è perfettamente lecito il potenziamento indefinito della volontà e del pensiero, ma non già per sopraffare la volontà altrui nemmeno con la migliore delle intenzioni, bensì per vincere i disordini di ogni specie e gli squilibri più gravi e radicati, con la cooperazione, il concorso e la collaborazione del soggetto ricevente.
Tale potenziamento si realizza con una brevissima pratica quotidiana di esercizi e di rito, per quanto si riferisce al singolo, mentre il rito costituisce e alimenta un serbatoio comune di Energia Vivente, Intelligente e Sapiente, che è l’eggregore della catena magnetica orante, dalla quale tutti i membri possono attingere potenza da erogare a favore dei richiedenti, nel grado di tensione dell’eggregore e nel volume del suo potenziale che è ben maggiore di quello individuale, essendo pari il volume alla somma dei volumi di tutti i partecipanti, e la tensione pari a quella del capo catena.
Questo serbatoio vivente e sapiente fornisce inoltre nozioni della più eccelsa sapienza.
XI
La dinamica della legge di amore su cui si fonda tutta la Magia benefica è dunque questa: un serbatoio vivente, intelligente e sapiente di energia, di facilissima costituzione attraverso il rito, un soggetto trasmittente, capace di generare idea-forza suscettibili di essere staccate dal soggetto emittente e trasmesse mediante l’amore, un soggetto ricevente, disposto a ricevere con simpatia. Al di fuori di queste regole vi è solo l’abuso, la stoltezza e la malvagità della Magia nera.
XII
Non vi è infermità nel corpo fisico che non derivi da uno squilibrio dello spirito e non appaia da alterazioni dell’aura psichica (corpo astrale che lo trasmette al corpo pesante).
XIII
Non esiste vera terapeutica all’infuori di quella magnetica spirituale o divina, la quale prescinde dall’uso di farmaci o droghe, e se ne serve per mera colleganza delle facoltà analogiche dello spirito umano.
XIV
La terapeutica ermetica è fondata sulla DINAMICA DELLA VOLONTÀ, che è amore del Bene e Fede in se stessi, e che si sviluppa e si potenzia con l’esercizio, il quale consiste appunto nella pratica quotidiana, costante, puntuale del rito.
XV
La volontà deve agire sul paziente mediante 1’Amore distaccato e disinteressato e giammai per imposizione. Ogni desiderio di ricompensa, compresa la semplice riconoscenza o gratitudine, o lo sperato riconoscimento delta realtà del fenomeno espresso attraverso un semplice ringraziamento, guastano irrimediabilmente il risultato.
XVI
Gli effetti della terapia ermetica sono in proporzione alla forza di volontà terapica individuale di ciascun terapeuta e collettiva della catena orante nel suo complesso, come indirettamente proporzionali alla resistenza del male ma, soprattutto, alla contrastante volontà occulta del paziente, che è la sola a volere il perdurare della malattia. Nello stato di simpatia tra guaritore e paziente, tale volontà occulta si modifica gradualmente senza sbalzi, lino a convertirsi in collaborazione, collaborante volontà di guarigione, e a generare forza terapica.
XVII
Gli insuccessi parziali o totali diminuiscono aumentando il numero dei membri della catena, e quindi il volume del suo potenziale, ma anche e soprattutto con l’elevamento del tono o tensione dei singoli membri eroganti, i quali ottengono ciò mediante la pratica del magnetismo, la Costanza e la puntualità del rito, la purezza e la santità della vita, il regime alimentare sano. Su ciò tutti i trattati di magnetismo si dilungano ampiamente.
XVIII
Per curare e guarire bisogna essere sperimentatori positivi e non mistici, e capire che NOI SIAMO CIÒ CHE FUMMO E SAREMO CIÒ CHE VOGLIAMO ESSERE: uomini perfettibili e poi INTEGRATI e non giammai dei mistici che non sono mai esistiti e mai esisteranno.
XIX
Nel curare è indispensabile non lasciarsi invadere dalla commozione, dalla compassione né da altri sentimenti perturbanti l’emissione del fluido magnetico, per la quale l’equilibrio, il distacco e la serenità sono assolutamente necessari. La tecnica del magnetismo, nella sua espressione più semplice, è che non bisogna magnetizzare se non si è in perfette condizioni di salute. Il sentirsi disposti a curare magneticamente un malato elargendogli una parte della nostra energia vitale, presuppone un senso di simpatia e di amore verso il malato. Questa simpatia non deve però generare commozione, perché il magnetizzatore che si commuove perde il suo equilibrio e non domina più il male. Lo spirito umano, che è divino, non sente il dolore che in ragione della sua involuzione nella materia, egli spasima con essa; se la domina, egli la sana. Ecco il principio fondamentale della medicina occulta, sacra, ieratica.
XX
Come operare praticamente?
Con la destra si dà e con la sinistra si prende. II guaritore o adopererà solo la destra o, volendo dare a due mani, porrà la sinistra dietro la destra 1.(Le donne dovranno invertire la posizione delle mani sia in questo caso che nelle successive esposizioni [N.d.C]).
La forza magnetica e terapeutica risiede nello STATO DI AMORE INTENSISSIMO E DISTACCATO.
Resta solo con l’ammalato, poniti nella calma più serena, invitalo a non parlare. Domanda in silenzio l’aiuto della catena delle anime, con una parte o tutta della preghiera mattutina, posa il pollice e l’indice della mano destra sulla sua testa, la palma della sinistra sull’ombelico. Stai immobile per parecchi minuti pensando che per tuo mezzo e per le tue mani egli venga in contatto con le forze sintetiche della corrente collettiva e che la presa di possesso di lui sia una inondazione di vita non un dominio di spirito a spirito.
Mantieniti fermo finché un tremolio delle palpebre o qualche brivido leggero non accenni ad una crisi incipiente; allora soffiagli freddo in fronte e lascialo. Se in giorni successivi vuoi continuare con i metodi ordinari, magnetizza non lui ma 1’organo infermo; l’effetto sarà indiscusso, ma curativo, non miracoloso come intendono alcuni. Accoppiando questo magnetismo alle cure ermetiche, non è impossibile il piccolo miracolo della rapidità fulminea della sanità.
XXI
Si può operare anche collettivamente in catena: se mettiamo delle persone in circolo e in catena di volontà, in questa catena il magnetismo circolerà in modo positivo e negativo. I centri di questa catena sono il più forte ed il più debole della catena.
Il più debole sviluppa corrente magnetica positiva ed il più forte negativa. Quando l’operatore esce fuori dalla catena, raccogliendo in sé la forza della catena, deve avere sull’ammalato la sua mano. Questa forza magnetica è una sostanza vibrante come la luce astrale propria della catena magnetica che la esteriorizza.
Il toccamento scarica soltanto la corrente positiva, a misura che ci si allontana, arriva la corrente negativa.
XXII
Tenendo la mano a distanza si determina una forza di ricambio con il magnetismo del malato che prende la corrente positiva. Viceversa, quando si compiono dei passi magnetici sulla parte malata, arrivano entrambi i magnetismi. Quelli che prima erano i più forti nel determinare un magnetismo positivo nella catena, presi da soli sono ancora carichi di magnetismo positivo.
XXIII
Un individuo che eserciti l’azione magnetica su un corpo, ritrae la parte del magnetismo malato del soggetto da lui magnetizzato positivamente. Magnetizzando una persona sana si prende la parte peggiore del magnetismo della persona sana.
XXIV
Quando si vuol cambiare la corrente magnetica di una catena in magnetismo vitale, i partecipanti si collocano in piedi con la sinistra in legamento sulla spalla del vicino e la destra in direzione del corpo che si vuol caricare di magnetismo vitale.
XXV
Un individuo debole, per rallentamento funzionale organico, non ricava beneficio dalla catena. Volendo assoggettare 1’individuo ad una influenza magnetica efficace, formare la catena ma non chiudere il circolo.
XXVI
Quando il fluido vitale e destinato al capo del paziente mettergli le mani sulla testa.
XXVII
Il magnetizzatore che operi singolarmente sia forte, sano e padrone di sé. Chi è in contatto con persona ammalata, dopo ciascuna applicazione tenga sempre le mani immerse in acqua per qualche minuto 2.(Volendo rendere più efficace il processo, aggiungere del sale all’acqua [N.d.C.]).
XXVIII
Per le malattie di petto agile direttamente sulla parte. Per i dolori di reni mettere la mano sui reni scoperti, recitando i tre salmi del rito quotidiano della Miriam. Se operando in catena si vogliono compiere passi magnetici sul malato, sia il primo della colonna a compierli; gli altri tengano la destra rivolta verso il paziente.
XXIX
La corrente vitale sarà mantenuta fino a che il paziente avverta (non tutti, invero, hanno la necessaria sensibilità) una variazione della propria temperatura in freddo o in caldo o anche un pizzicore. Il paziente sia senza la giacca, così facendo il fluido agirà entro sette od otto minuti; se tuttavia egli non lo ricevesse, il primo della catena gli sfiorerà la testa come a descrivere una specie di cupola avente un vertice ideale.
XXX
I responsi circa la possibilità o meno della guarigione vanno richiesti a chi è capace di fornirli con sufficiente precisione e certezza, solo prima che la cura inizi; ma cominciata che sia la cura, è indispensabile:
ASTENERSI ASSOLUTAMENTE DAL CONTEMPLARE LA MINIMA POSSIBILITÀ DI INSUCCESSO, DI PEGGIORAMENTO O DI MORTE DEL MALATO, ANCHE DINANZI ALLE PROVE PIÙ EVIDENTI DI CATASTROFE, PERCHÉ, STABILITA LA LOTTA CONTRO IL MALE, RECEDERE E TURBARSI SIGNIFICA FAVORIRE IL MALE MEDESIMO.
XXXI
Curare chi lo richiede è cosa meritoria, ma quando lo Spirito dell’uomo è pronto alla vita del mondo invisibile, è delitto arrestarne la dipartita.
II germe psichico del male non si estingue nel malato ma perdura virtualmente, cioè in essenza, sotto forma di alterazioni del corpo astrale; esso lo conserva e lo trasmette al corpo pesante delle successive incarnazioni, nel quale il male passerà dalla potenza all’atto. Di qui la necessità della Psicurgia che lava i morti dai residui del male.
Per il defunto, la guarigione psicurgica, compatibilmente col lasso di tempo che ancora gli resta prima di incarnarsi ancora, è SICURA, non essendo la cura ostacolata dalla presenza del corpo pesante guasto.
Vale la regola che: NON SI CONSIDERA MORTO IL MALATO CHE ANCORA CHIEDE PER BOCCA ALTRUI. In questo è il segreto della Psicurgia (la quale oltre alle comuni pratiche terapiche, ne comprende alcune volte a porre il defunto nello STATO GENIALE, nel quale esso conserva, malgrado la morte, intelligenza, coscienza, volontà e attività di continuare e persino di intraprendere l’ascesi.
XXXII
Infine, si ricordi il terapeuta che successi ed insuccessi vanno attribuiti alla nostra forza e alla nostra virtù che sono il risultato della SAPIENZA DELL’UOMO NELLA SCIENZA DELL’ESSERE e non già a ipotetiche divinità o santi protettori. La conoscenza del magnetismo nei suoi più minimi particolari, racchiude il segreto fondamentale del successo.
Leggere, sperimentare, trarre le conclusioni e metterle in pratica.
I. M. Kremm – Erz